31.3.14

letti in marzo




Sono convinta che i libri, come tutta l'arte, per essere buoni non debbano essere nè per maschi nè per femmine. Questo mese ho letto quattro libri scritti da donne, e siccome sono davvero interessanti e divertenti li consiglio anche agli uomini.

In quel cortile di Mosca (Ljudmila Ulickaja)


"Sono rare le persone che dicono: ho tutto. Di solito hanno tutti pochissimo. Non c'è nulla che non vogliano, s'infuriano, soffrono, odiano a morte, e tutto per invidia di quello che ha l'altro"

La Ulickaja è una scrittrice che vi consiglio caramente di leggere. Questa è l'ultima delle sue pubblicazioni arrivate in Italia nella quale mi sono imbattuta: si tratta di una raccolta di racconti che hanno donne come protagoniste. Donne molto diverse: una madre forte e amorevole in La figlia di Buchara, un'amante appassionata e fragile in La casa di Ljalja, un'anziana libera e vanitosa in Gulja...
Lo sfondo è quello della Mosca povera e dignitosa del dopoguerra, una città vista dai suoi cortili certo, ma anche dalle stanze di appartamenti espropriati o divisi, da palazzi e da scale maleodoranti. Sembra di conoscerle una ad una, queste donne, nella loro normalità, in un guizzo di originalità che le fa spiccare tra tante, nella forza immensa che le fa dominare gli altri e nella tenerezza che le fa risplendere d'improvviso. Una raccolta che mi ha rapita e incantata, non c'è stato un solo racconto che abbia deluso le mie aspettative.


L'amore in un clima freddo (Nancy Mitford)



"Quello che amo dell'amore è quando l'altro non ha ancora scoperto come sono"


Questo romanzo racconta la gioventù nella buona società nell'Inghilterra negli anni della crisi del '29. L'amore è il protagonista, certo, ma anche il dovere sociale al matrimonio per ogni ragazza che si rispetti: l'aveva detto Jane Austen, qui viene ribadito il concetto, ma anche e soprattutto ridicolizzato.
Mi interessa sempre molto come vengono descritte le donne nei romanzi, e qui non si lesina l'ironia sulla crudeltà dovuta a una donna capace di esercitare la propria libertà: la madre della narratrice ha avuto più di un marito e varie avventure, ed è per questo soprannominata dalla buona società come "la fuggitiva". Ma il sarcasmo non si ferma su di lei, ce n'è per gli uomini che molestano le ragazzine, per gli psicanalisti, per i politici, per gli aristocratici. Non si risparmia nessuno, o quasi, e sempre viene messo sui personaggi uno sguardo implcabile ma divertito allo stesso tempo.
Un bel romanzo che non ha smesso un attimo di divertirmi, da leggere davanti a una buona tazza di te o come ho fatto io: portandomelo dappertutto. Humour inglese al suo meglio.

Nemico, amico, amante... (Alice Munro) 



"Mi sentivo in pericolo ogni volta che ero a casa. Il pericolo di vedere la mia vita attraverso occhi che non fossero i miei"

Ho una grande passione per i racconti. Di Munro avevo letto anche Troppa Felicità e mi ero ripromessa di tornare da lei quanto prima.
Qui si parla di infanzia, di malattia, di matrimoni falliti, di tragedie familiari e di altri temi che si potrebbero definire "i grandi temi" della vita, senza sfociare nella retorica fine a se stessa.
L'emancipazione femminile passa attraverso la realtà di donne che lasciano un marito per fare la propria vita a costo di farla lontano dalle figlie, per esempio. E passa per i gesti delle protagoniste che non sono mai scontati, che sono a ben guardare molto più libere di quanto siano molte di noi nel nostro paese ancora oggi. Grandi eventi che cambiano il corso di un'esistenza e altri che su quella stessa esistenza gettano una luce del tutto nuova, descritti con un linguaggio e uno stile che non hanno nè morbosità nè leziosità. Ogni volta che la leggo, mi viene voglia di tornare a leggerla.

L'albergo delle donne tristi (Marcela Serrano)


"E' strano quello che ci sta succedendo... Siamo cresciute, siamo capaci di stare al mondo, eppure siamo più sole che mai."


Il titolo, ammettiamolo, non è molto accattivante, o almeno non lo è per me che non sono in questo momento una donna triste, nè in senso letterale nè in senso lato.
Il libro però è molto bello: vi si racconta di un albergo in cui vanno a stare per un periodo donne che per vari motivi sono "tristi" appunto, e questo vale come punto di partenza per dirci le loro storie, le loro personalità, in particolare la storia di Floreana.
Si parla d'amore, del ruolo della donna, della difficoltà che spesso le donne hanno ad affermarsi come persone anche quando sono professioniste stimate, a sentirsi accettate da se stesse e dalla società. C'è una grande capacità di comprensione dei personaggi in questo romanzo. Davvero questo libro ha avuto la capacità di sorprendermi e incantarmi allo stesso tempo, mi ha affascinata il modo in cui la Serrano sia riuscita a parlare di noi mostrando punti di vista non necessariamente femminili e fuori da ogni ideologia e pregiudizio.

Potrei parlare di queste grandi scrittrici per ore, le ho amate tanto per motivi diversi. Trovo straordinario come delle vere artiste sappiano parlare della normalità in modo tanto straordinario.




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