30.9.14

Letti in settembre

Settembre, ovvero le mie ultime letture sotto il sole per questa estate che con me così dura non è stata. E questo è quello che ho letto.


I pesci non chiudono gli occhi (Erri De Luca)



"La scoperta dell'inferiorità serve a decidere di sè. (...) Nessuna abilità in qualcosa ha potuto correggere la notizia di scarsità che ho di me stesso."

Leggere Erri De Luca è stata una vera boccata d'aria: questo libro racconta un episodio dell'infanzia dello scrittore, in poche pagine molto intense che raccontano in realtà molto di più di un ricordo di un'estate di 50 anni fa. Ne esce il ritratto di un bambino determinato ma molto introverso, che amava eggere, che amava pescare e fare le cose che si ritenevano normali per un bambino degli anni '50.
E soprattutto si vede la sua famiglia, sua madre, per la quale lo scrittore usa parole che non mi vergogno a dire che mi hanno fatta piangere di commozione. Nessuna frase sdolcinata, nessuna dichiarazione d'amore filiale, ma qualcosa che forse proprio per questo è ancora di più.


I testamenti traditi (Milan Kundera)


"Tutti muoiono senza sapere di aver vissuto."

E ti pareva che prima o poi non finissi a leggere anche questo libro di Milan Kundera, vera mia ossessione da lettrice. Dato che i romanzi che ha scritto li ho letti e riletti quasi tutti, sono approdata a questa riflessione sull'arte e in particolare sul romanzo. Non è una lettura facile, per me non lo è stata specialmente in alcune parti in cui si parla di musica classica, ma certo è una lettura stimolante per chi ama la grande letteratura. Kundera è un grande scrittore, certo, ma è anche un grande conoscitore della cultura del romanzo. La mia stima è aumentata ancora.

Albergo Italia (Carlo Lucarelli)



In genere non leggo gialli, ma questa volta ho fatto un'eccezione, complice un regalo fattomi da un Carabiniere: l'edizione appunto di questo libro che è stata stampata dalla casa editrice dei Carabinieri in occasione del bicentenario dell'Arma. 
Nel giorno previsto per la sua inaugurazione, in un albergo di gran lusso nell'Eritrea dell'occupazione italiana del secolo scorso viene rinvenuto un cadavere, che al primo momento sembra morto per suicidio. Non è così, e i carabinieri italiani aiutati da un indispensabile e attento carabiniere indigeno risolveranno il caso.
Lucarelli ha uno stile molto personale, non posso dire che mi sia piaciuto in tutto e per tutto, però nel complesso non mi è dispiaciuto leggerlo e lo consiglio a chi ama il genere.

Tre fratelli Piumini (Roberto Piumini)



"Potrò navigare o volare intorno al mondo, andare con l'astronave fino alle galassie, ma il viaggio e la sua emozione, resteranno semrpe quelle del viaggio che, appena finita la scuola, facevamo per andare dai nonni, in Appennino."

Una raccolta di ricordi raccontati dal poeta Roberto Piumini e in qualche pagina anche dalle sue sorelle Marirosa e Carla.
Un libro di una bellezza totale, un inno all'infanzia, alla vita, alla poesia, alla famiglia nel suo senso più vero. Lo leggo, mi commuovo (lo faccio spesso, da quando sono diventata mamma, non riesco a evitarlo) e spero con tutta me stessa che i miei figli possano in futuro ricordare la loro infanzia con lo stesso meraviglioso entusiasmo di queste pagine. E allo stesso tempo ringrazio mia madre e mio padre per avermi dato un'infanzia felice da ricordare a mia volta.

26.9.14

PICCOLO BUIO


"Io sono molto coraggiosa, questo è solo un piccolo buio per me"
 
Con l'inizio della scuola abbiamo ripreso varie buone abitudini, e tra queste c'è anche il libro preso in prestito dalla biblioteca di classe di mio mio figlio. Questa settimana Andrea ha scelto di leggere assieme Piccolo Buio, un albo che a lui è piaciuto davvero tanto.

Racconta di una notte in cui la picccola Talla si sveglia e vede delle luci in casa, ognuna delle quali potrebbe essere un mostro spaventoso ma che poi si rivela essere tutt'altro.
Talla va da una camera all'altra al buio superando la sua paura e arrivando infine nella camera in cui la mamma dorme con un libro in mano e la luce accesa.

Il senso del libro è evidentemente che non c'è nulla da temere in casa, che i mostri che spaventano i bambini di notte non fanno paura se affrontati con razionalità: ogni piccola luce viene da elettrodomestici non spenti del tutto, la bambina che li conosce bene sa che è così e supera la sua paura del buio. Nella pagina finale infatti si vede la piantina della casa con la spiegazione di ogni lucetta che ha prodotto "mostri" nell'immaginazione della bambina.



Un libro perfetto da leggere assieme ai bambini che hanno paura di stare soli al buio, e del resto, quale bambino non ha o non ha sperimentato almeno qualche volta la paura del buio? Aiuta a razionalizzare timori che si rivelano infondati, e spiega ai bambini che possono essere davvero forti e coraggiosi se si sforzano a capire le cose. Perfino forti al punto da rassicurare la mamma!


Leggendolo mi sono stupita dell'entusiasmo dei miei figli sia per il testo (che è estremamente ripetitivo, quasi rituale) che per le immagini (che sono estremamente schematiche e semplici).
Per gli stessi motivi per cui questo albo non mi ha convinta del tutto i miei bambini sono stati invece positivamente colpiti.
Insomma, a volte imparo la lezione che i libri li devo leggere per far contenti loro e non solo per divertirmi io. Quindi l'abbiamo letto e riletto per tutta la settimana in cui l'abbiamo tenuto in prestito, e se io ve lo consiglio con riserva Andrea e Aurora ve lo consigliano con il massimo dell'entusiasmo.





Piccolo Buio
di Cristina Petit
ed. il Castoro

Per info:
Il Castoro casa ed.
Blog di Cristina Petit 




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19.9.14

LA PRIMA VOLTA CHE SONO NATA


"La prima volta che ho camminato, sono caduta. La prima volta che sono caduta, mi sono rialzata. La prima volta che mi sono rialzata, ho camminato."


Questo libro ci ha profondamente commossi.
Lo dico subito così mi tolgo il pensiero: l'abbiamo letto e abbiamo pianto in due, io e mio figlio, mentre la piccolina, che ha un carattere forse più forte del nostro o forse è meno incline di noi a queste esternazioni, l'ha apprezzato senza mostrare cedimenti.
E' piaciuto a tutti e tre, speravo di poterne fare una lettura in pubblico ma mi commuove troppo e non è cosa.

Questo libro racconta una vita umana dagli inizi ai suoi nuovi inizi.
Racconta un grande amore di cui è oggetto la protagonista, quello dei suoi genitori per lei. E quest'amore immenso genera altro amore: quello per il nonno che non c'è più, quello per la musica che è iniziato ancora prima che iniziasse la vita fuori dalla pancia, quello per la libertà, per le corse in bicicletta, per un nuovo fidanzato.

L'abbraccio di un padre, la sua commozione, la luce che solo dagli occhi di una madre può sprigionare, sono cose che da sole basterebbero a farci amare questo splendido libro. Invece c'è talmente tanto altro che non oso descriverlo oltre, perchè questo libro racconta un po' tutti noi, o almeno lo spero.

Il finale è splendido: due genitori fantastici che diventano ragazzini quando vengono a sapere che stanno diventando nonni.

I disegni sono efficaci, semplici e diretti come le parole che vengono usate, sono ironici come il testo verbale e capaci di far sorridere e sognare.

Ultima annotazione positiva che voglio fare: nel racconto che si fa della vita di questa bambina dalla nascita alla sua "seconda nascita" non ci sono gli stereotipi di genere che tanto mi infastidiscono. Il papà e la mamma contribuiscono assieme alla crescita della bambina, i giochi che fa non sono "da femmina" e vi vengono raccontati quelli che sono secondo me i veri valori della vita: l'amicizia, la passione per l'arte che si può trasmettere ancor prima della nascita, l'amore per la libertà e infine l'incontro con l'amore vissuto liberamente. Non ci sono principi azzurri, ma uomini veri, e non donne che li aspettano ma donne che li scelgono, non ci sono bambine perfette ma bambine che litigano coi coetanei e si fanno mettere in punizione dalla maestra. E' tutto splendido, nella sua normalità.

Potrei mai non consigliarvi questo libro? Potrei risparmiarvi un pianto pieno di gioia, come quello che ha invaso l'abbraccio dentro il quale ci siamo trovati io e i miei figli mentre lo leggevamo?



La prima volta che sono nata
di Vincent Cuvellier e Charles Dutertre
trad. di Paola Balzarro
ed. Sinnos

per info:
Sinnos editori
Charles Dutertre 





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12.9.14

LE AVVENTURE DI TOM SAWYER


"Meglio fare per un anno il bandito nella foresta di Sherwood che diventare Presidente degli Stati Uniti a vita."



Difficile non innamorarsi per la millesima volta di Tom Sawyer: passano le mode, gli Stilton, le principesse, maiali e gatti, ma lui no, lui fa ancora divertire e sognare. Tom è il bambino che abbiamo tutti conosciuto e che forse ci dispiace non essere stati. Ha la scaltrezza e la profondità di un uomo, ma ha la fiducia nella vita che si ha solo da bambini.
Le sue gesta le conosciamo bene: il rifiuto per il catechismo, per i vestiti belli, per la scuola. Conosciamo le sue fughe notturne con compagni più imprevedibili di lui, i tesori che inventa o che trova davvero, le ragazzine di cui si invaghisce e quella per cui perde davvero la testa., i pericoli in cui immancabilmente va a cacciarsi e dai quali si salva per capacità propria o per generosità altrui.
E soprattutto mi piace di lui l'amore che suscita negli amici, nella zia che come tutte le brave mamme vorrebbe essere più severa con lui ma non ce la fa, l'empatia e l'affetto prevalgono sulla pur giusta disciplina.
C'è un'immensa umanità in questo libro per ragazzini, e c'è anche un'America giovane, forte, libera.
Ho amato questo romanzo dalla prima pagina, vi ho letto una profondità e una vitalità che inutilmente ho cercato in quelli che vengono catalogati come libri per adulti.
Le avventure di Tom Sawyer è la prova che la vera letteratura non ha nè genere nè età. Tom, Pippi, Matilda e il Piccolo Principe (per dirne solo alcuni) non temono il confronto con tanti adulti immaturi di molta altra letteratura che leggiamo.

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Le avventure di Tom Sawyer
di Mark Twain
tradotto da Libero Bigiaretti
Giunti Junior ed.

Per info:
Giunti Junior



5.9.14

LA CASA SULL'ALBERO




Questo è un libro molto divertente che abbiamo letto tra un albo e l'altro.
Racconta di due amiche, una donna e una bimba, che vanno a vivere in albero grandissimo e un po' speciale, in cui fanno crescere frutti di ogni genere, in cui vivono anche una gatta, due cani, un signore bisbetico, quattro marmocchi lasciati da uno stormo di cicogne, una pianta carnivora...

Succedono cose straordinarie, su quest'albero: cani che imparano a volare, gatti che parlano forbito, pesci che accendono televisori, feste stupende e chissà che altro.
Su tutto questo universo strampalato, la magia della gioia del gioco, dell'avventura, dello stupore.
Non avevo mai letto la Pitzorno e ne sono rimasta ammaliata. Ha saputo costruire un minimondo meraviglioso e pieno di allegria, ha raccontato con ironia e leggerezza episodi di vita surreale e degna delle migliori fantasie dei bambini.


Nella postfazione, infatti, ci svela che il libro è nato proprio così: da un gioco con una bambina, da personaggi inventati da loro e da altri reali ma raccontati come pare a loro.
Un albero in cui non si va d'accordo ma ci si prova, in cui si trovano soluzioni, si litiga per un nonnulla ma alla fine si resta assieme riuscendo a divertirsi. Chi non vorrebbe vivere in un posto così?

Ci è piaciuto, ci è piaciuto proprio tanto. Non vediamo l'ora di leggerne altri di questa autrice!


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Per info:
Bianca Pitzorno
La casa sull'albero
Mondadori / Ragazzi 







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