20.3.15

IL COCCODRILLO CHE NON AMAVA L'ACQUA

I protagonisti di questa bella storia sono una nidiata di coccodrilli: tutti amano stare in acqua e imparano presto a nuotare. Tutti tranne uno, che ci prova coraggiosamente ma non riesce a fare come tutti gli altri. Ha provato a nuotare con il salvagente e a tuffarsi dal trampolino, ma non ce la fa, è più forte di lui e questa cosa lo fa stare soffrire tremendamente perchè si sente solo ed escluso. Il piccolo coccodrillo che non ama l'acqua ama arrampicarsi sugli alberi, ma ai suoi fratelli non piace farlo. 



Sembra una situazione disperata finchè un giorno al piccolo coccodrillo che non ama l'acqua scappa uno starnuto, e dal suo naso esce un grande fuoco che fa allibire i fratellini attorno. 
Il piccolo coccodrillo non ama l'acqua perchè non è un coccodrillo, ma un piccolo drago.
Per questo non ama l'acqua ma ama arrampicarsi, e poi volare.
E volare alto in cielo con i fratellini arrampicati sulla sua coda o far alzare una mongolfiera sputando fuoco è bellissimo, e finalmente possono essere tutti felici assieme.

A una lettura superficiale potrebbe far pensare al Brutto Anatroccolo, ma il coccodrillo non deve la sua tristezza alla crudeltà degli altri, incapaci di cogliere l'essenza della sua bellezza e di accettarlo. Il coccodrillo che non sa nuotare si dispera con se stesso, perchè non si sente adeguato alla vita in comune perchè si riconosce diverso dagli altri. E' una differenza sottile ma in realtà molto profonda.

Un libro molto bello, ci è piaciuto tantissimo.
I disegni e il testo vanno di pari passo, sono diretti, semplici e si adattano perfettamente alla lettura ad alta voce, che risulta piacevole e di grande effetto.
Al di là del messaggio che lascia questa storia, il messaggio sempre attuale e necessario dell'accettazione del prossimo e della fiducia in se stessi, è un libro che consiglio perchè diverte molto i bambini, perchè i bambini non si stancano mai di sentirsi dire quanto sia bello essere se stessi e stare con gli altri nello stesso tempo, quanto sia vitale continuare a sfidare le proprie possibilità e magari un giorno volare, arrivare lontano senza dimenticare chi invece è nato per fare tutt'altro.




Il Coccodrillo che non amava l'acqua
di Gemma Merino
Valentina Edizioni

13.3.15

A SBAGLIARE LE STORIE




Conoscevo già questa breve storia di Gianni Rodari, ma non l'avevo mai letto in questa piacevolissima versione illustrata da Alessandro Sanna. Anche questa è una scoperta di mio figlio, che l'ha scelto nella biblioteca della sua classe, che non smette mai di stupirci.

Non è una rivisitazione della celeberrima Cappuccetto Rosso, ma una vera e propria riscrittura per sbagli: Cappuccetto diventa Verde o Nero, il Lupo diventa una Giraffa, la Nonna diventa la Zia.
E a ogni sbaglio corrisponde la correzione di una voce che si scopre essere quella della nipotina che dice al nonno la versione ortodossa della storia, ma il nonno continua a sbagliare fino alla fine, fino a quando la nipotina si arrende e chiede al nonno le monetine per comprare la gomma da masticare. Il nonno prontamente glieli dà, e può finalmente ritornare alle letture che aveva interrotto.



Bello questo raccontino, bello davvero. Nella sua semplicità ci dice che è giusto assecondare i bambini quando ci chiedono un favore (in questo caso la nipotina che chiede al nonno di raccontargli una storia) ma che se abbiamo voglia di fare altro lo possiamo fare senza far pesare a loro le nostre intenzioni. Questo racconto strampalato crea immediatamente complicità tra il nonno e la nipotina, che si divertono entrambi e infine entrambi ottengono quello che desiderano: leggere in santa pace il nonno, avere la gomma da masticare la bambina.

Rodari non si smentisce mai, nella sua voglia di far divertire mentre lo leggiamo e di insegnarci cose serie facendoci divertire.



(Questo post partecipa al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma e all'iniziativa Condividiamo un Libro del gruppo Facebook La Biblioteca di Filippo)

A sbagliare le storie
di Gianni Rodari
illustrato da Alessandro Sanna
edizioni EL

6.3.15

GLI ANNI AL CONTRARIO




Ogni tanto commetto l'errore di leggere il libro del momento. Quello che consigliano i personaggi famosi, gli intellettuali simpatici e rispettabili, quelli da cui ti aspetti una valutazione attendibile oltre che sincera. 
Qualche giorno fa ho finito di leggere Gli anni al contrario.
Titolo bellissimo, trama potenzialmente interessante, ambientazione un po' prevedibile (benedetti anni Settanta, che avremmo visto al cinema o scritto senza di voi?), amore e impegno politico. Sembre che non manchi proprio niente per fare di questo un esordio di successo, ma ovviamente non si può piacere a tutti.

La storia ripercorre la vita di due giovani, fino alla morte di lui.
Aurora e Giovanni si conoscono quando sono studenti universitari, vengono da famiglie con idee politiche diverse ma sostanzialmente accomunate da una certa agiatezza economica dovuta in entrambi i casi alla professione dei padri. Cosa facciano le madri, se lavorano, se hanno idee politiche o di altro genere non è dato saperlo. C'è qualche accenno alle occupazioni delle madri solo quando si parla di cosa cucinare (il pescespada, ovviamente il piatto preferito del figlio).

Si innamorano, Aurora resta incinta dopo una vacanza, si sposano con rito civile e vanno a vivere in una "casa in miniatura" a spese dei genitori, dato che sono ancora entrambi studenti. Resteranno studenti finchè dopo la laurea Aurora diventa insegnante e Giovanni vivacchia.
Dopo la delusione per non aver preso parte attivamente ai movimenti politici e combattenti cui invece avevano aderito alcuni suoi amici, Giovanni entra in una spirale di autodistruzione che non gli dà tregua. Inizia con i sonniferi, poi con le droghe leggere, con l'LSD, infine con l'eroina.

Giovanni è un padre eroinomane e poco affidabile, ma non per questo Aurora decide di intervenire drasticamente nel suo rapporto con la bambina che hanno: la piccola Mara va spesso via col papà, quando poi lui va in una comunità di recupero tra i due nasce un bel rapporto epistolare.

Infine Giovanni si ammala di AIDS, ma è un uomo fortunato perchè nonostante la malattia ha attorno al suo letto amici e parenti che gli danno l'ultimo saluto. In fondo, è stato fortunato nel corso di tutta la sua vita e di tutto il romanzo: non ha mai dovuto lavorare se non saltuariamente, si è costituito per una bomba lanciata in un'azienda ma la cosa non ha alcuna conseguenza, dimentica di badare alla figlia quando se la porta con sè ma la figlia non si perde e non le succede niente.


Insomma, vorrei tanto capire cosa è piaciuto di questo romanzo.
Il fatto che Aurora continui a rimanere fedele a un uomo che tradisce lei e se stesso? Il fatto che si possa amare un padre a dispetto di come il padre si comporta con i suoi figli? Il fatto che si possa vivere bene e fare vacanze in giro per la Sicilia o andare altrove senza dover lavorare per poterselo permettere?
Non c'è bisogno di essere intellettuali di sinistra per capire che non c'è in questo romanzo un solo valore di sinistra ad essere rappresentato. Manca l'impegno serio, manca il rispetto per il lavoro, manca l'equità tra maschi e femmine, manca il sano materialismo di cui a un certo punto abbiamo smesso di parlare per vagheggiare di un tempo perduto che io personalmente non rimpiango per niente.

(Questo post partecipa al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma)




Gli anni al contrario
Nadia Terranova
Einaudi, 2015
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